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sabato 31 marzo 2012

La scomparsa di Antonio Tabucchi

Antonio Tabucchi
Qualche giorno fa è morto Antonio Tabucchi, uno scrittore che amo particolarmente per la malìa sottile della sua arte narrativa, ma anche per la raffinata cultura e la sua vena di polemista, schierato all'occorrenza ma sempre indipendente; si è spento nella "sua" Lisbona, la città di Pessoa, che ha il merito di aver fatto conoscere a tanti lettori, in uno scambio continuo e fecondo tra invenzione poetica e critica letteraria, fino a immaginare egli stesso "Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa" (è questo infatti il titolo di un suo racconto pubblicato nel 1994); sul letto di morte lo scrittore portoghese dialoga con i fantasmi di una vita intera, gli eteronimi tra i quali si sono consumate esistenze letterarie più vere di quelle reali. Credo che il senso profondo della testimonianza umana ed artistica di Tabucchi sia nelle pagine conclusive di "Notturno indiano": Roux, il protagonista e narratore, cerca in India le tracce dell'amico Xavier, da tempo disperso, e dopo un viaggio che è anche e soprattutto un'avventura dello spirito, rinuncia a cercare l'amico che non vuol essere ritrovato.

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