il blog di Manlio Onorato

Il blog di Manlio Onorato ... immagini, pensieri, divagazioni

venerdì 24 febbraio 2012

La deriva del relativismo: un articolo di Claudio Magris

Ben venga un sano relativismo quale antitodo all'intolleranza, i fondamentalismi d'ogni genere e il fanatismo; ma esso non di rado si degrada ad indifferenza etica e cinico opportunismo. Sul tema interviene Claudio Magris in un articolo apparso ieri sul Corriere della Sera. "Il relativismo, correttamente inteso" sostiene Magris "non è la negazione della verità e men che meno del significato e della necessità della sua ricerca [...]  Ma c'è un altro relativismo che oggi detta legge come un dogma pacchiano, rinunciando a priori a cercare - certo a tentoni, perché nell'esistenza umana non è possibile altrimenti - una qualsiasi verità; rinunciando ad affermare qualsiasi valore, ponendo tutte le scelte morali sullo stesso piano". Sono differenze sostanziali sulle quali bisognerebbe riflettere più spesso...
 

martedì 21 febbraio 2012

L'agonia della Grecia

Non capisco granché di economia e di mercati, ma è indecente -sia pure dando per scontati gli errori di una classe politica irresponsabile e le disfunzioni di una società soffocata da clientelismo e corruzione- quello che l'Unione Europea, la Bce e il Fondo Monetario Internazionale stanno imponendo alla Grecia: condizioni pesantissime per un prestito che assai difficilmente un paese disastrato e già ora strozzato da una pesante recessione potrà ripagare. Stupisce e preoccupa la disattenzione se non addirittura il silenzio di tanti intellettuali "progressisti" di fronte a tale scempio: è questa l'Europa che vogliamo? La posta è altissima e non è retorica ricordare quanto la Grecia abbia dato al mondo occidentale. Su tali temi da tempo si interroga Gad Lerner sia nel programma di cui è il conduttore, "L'Infedele" che nel proprio blog (http://www.gadlerner.it/), andando oltre la nuda cronaca e coinvolgendo nelle sue riflessioni economisti, politici e studiosi di varia estrazione.

domenica 19 febbraio 2012

Valentino Vago: "un viaggio verso l'infinito"

Si è da poco conclusa al Museo Diocesano di Milano la mostra antologica di Valentino Vago intitolata "Dal Visibile all'Invisibile: un viaggio verso l'infinito" ( leggi le recensioni di Flaminio Gualdoni e Renato Barilli ) con la presentazione del catalogo ragionato pubblicato da Skira ( vedi scheda editoriale ).


Ravello Porro, Chiesa parrocchiale
dei Santi Pietro e Paolo, 2001-2002
senza titolo 1960
Non ha ancora trent'anni Valentino Vago quando, intorno al 1960, compie le scelte sulle quali, sia pure inizialmente con dubbi e ripensamenti ma nel volgere di qualche anno con crescente determinazione, si incardina tutta la sua successiva produzione artistica: d'ora in avanti per lui la pittura sarà  l'esplorazione di spazi di una totale alterità rispetto all'esperienza quotidiana, epifania luminosa d'intensa, stupefatta spiritualità che tenderà sempre più ad una progressiva smaterializzazione. L'approdo all'arte sacra si compie infine con naturalezza accogliendo -e anche caparbiamente cercando- la sfida di superfici di grande, talora immensa estensione, nella quale spesso riferimenti a brani celebri della grande tradizione artistica italiana sono riassorbiti nel tessuto di assonanze e musicali contrasti cromatici senza alterarne la coerenza, rivelando anzi come l'aniconicità della pittura di Vago di quella tradizione si nutra non meno che del lascito delle avanguardie storiche e dell'astrattismo d'oltre oceano: certi rosa e certi azzurri non sono forse memori del Beato Angelico?

L.R. 166, 1991, olio su tela, cm 150 x 200

mercoledì 8 febbraio 2012

Antoni Tàpies se n'è andato

Antoni Tàpies
Materia, segno, scrittura automatica: termini tutti legittimi per descrivere l'opera di Antoni Tàpies, ma insufficienti a cogliere l'incombente mistero delle sue opere, l'indecifrabile enigma dei suoi muri graffiati, delle croci e dei bianchi calcinati, dei neri fondi e delle tonalità cineree delle sue icone laiche. "Tàpies" scriveva ieri Vicenzo Trione sul Corriere della Sera (leggi l'articolo) "vuole portarsi al di là di ogni riconoscibilità, per intraprendere un viaggio dentro il «cuore oscuro» del mondo".

sabato 4 febbraio 2012

Allarme per le sorti della Cappella degli Scrovegni di Padova


Un particolare degli affreschi
La notizia desta allarme. un auditorium di grandi dimensioni a 200 metri di distanza dalla cappella degli Scrovegni di Padova, universalmente nota per gli affreschi di Giotto, uno dei capolavori assoluti dell'arte di tutti i tempi. Italia Nostra ha lanciato un accorato appello firmato da numerosi studiosi di grande prestigio, quali Chiara Frugoni, Caro Ginzburg e Salvatore Settis (leggi articolo sul "Corriere del Veneto"). Ma la replica non si fa attendere: il Sindaco Zanonato non intende rinunciare al progetto (articolo di oggi sul "Corriere del Veneto" ). Come al solito non mancano autorevoli studi di fattibilità...ma ha senso correre un simile rischio?

venerdì 3 febbraio 2012

Il sasso nello stagno (II). Sarà Massimiliano Gioni il curatore della prossima Biennale di Venezia

Già da qualche tempo e soprattutto dopo la riconferma di Paolo Baratta alla Presidenza del CdA della Biennale di Venezia, circolava il suo nome come possibile nuovo direttore del settore Arti Visive e curatore della prossima edizione. Del resto erano molti i punti a favore di Massimiliano Gioni: italiano, in un momento in cui è più che mai importante rilanciare l'immagine del nostro paese (ma al tempo stesso indubbiamente personaggio di caratura internazionale), giovane (neppure quarantenne) e di riconosciute capacità manageriali. Caporedattore della edizione newyorkese di Flash Art dal 2000 al 2003, direttore artistico della fondazione Nicola Trussardi di Milano, fa parte dello staff dei curatori del New Museum of Contemporary Art di New York; nel suo curriculum anche la collaborazione a prestigiose manifestazioni quali Manifesta 5 e la stessa Biennale di Venezia nel 2003 (quella, peraltro non certo esaltante, curata da Francesco Bonami). Consensi pressocché unanimi dagli addetti ai lavori, scontato il dissenso di Vittorio Sgarbi. Sul "Corriere della Sera" Pierluigi Panza osserva che Gioni "è uno dei nostri migliori curatori, ma l’arte che propone sta per entrare in un travaglio che potrebbe costringerla a cedere il passo a qualcosa di diverso". Innegabile è infatti che abbia saputo interpretare con grande efficienza il trend dominante nelle grandi mostre internazionali, con quel tanto di spregiucatezza che ne sembra un indispensabile ingrediente (è un sostenitore della prima ora di Maurizio Cattelan); ma, a parte le riserve di principio su tale trend pur senza arrivare alle tesi estreme ma non eludibili del pamphlet di Jean Clair "L'inverno della cultura" (vedi intervista sul "Corriere della Sera"), è legittimo chiedersi quanto esso sia attualmente sostenibile e se l'attuale crisi economica globale non imponga qualche radicale ripensamento. Se si scambiano valori "artistici" alla stregua di titoli finanziari il rischio della bolla speculativa e del suo conseguente "scoppio" è sempre dietro l'angolo...