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domenica 29 aprile 2012

Soltanto in sogno: la breve vita di Antonia Pozzi

"Grigna, settembre 1935"
"Il mio disordine. È in questo: che ogni cosa per me è una ferita attraverso cui la mia personalità vorrebbe sgorgare per donarsi ". Sono parole tratte dai Diari di Antonia Pozzi, di cui ricorre quest'anno il centesimo anniversario della nascita. Personalità complessa e sofferta, scelse la morte a soli 26 anni; la celebre italianista Maria Corti, che la conobbe negli anni dell'università, la definì "una di quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull'orlo degli abissi". Pubblicate postume nel '39, le poesie di Antonia Pozzi furono poi riproposte per interessamento di Eugenio Montale nella prestigiosa collana Lo specchio, dell'editore Mondadori, quale riconoscimento pieno della sua statura letteraria. Fino al 13 maggio una mostra a Riva del Garda riunisce documenti e fotografie della scrittrice, lasciate a Dino Formaggio ("Perché l'unico fratello della mia anima sei tu " si legge nel biglietto che accompagnava la busta che le conteneva), ulteriore testimonianza di una sensibilità che eccede la parola e l'immagine stessa; qualche mese dopo Antonia viene trovata agonizzante in un prato nei pressi dell'abbazia di Chiaravalle, avvelenata dai barbiturici.

La vita

Alle soglie d’autunno
in un tramonto
muto
scopri l’onda del tempo
e la tua resa
segreta
come di ramo in ramo
leggero
un cadere d’uccelli
cui le ali non reggono più.

18 agosto 1935




Soltanto in sogno. Lettere e fotografie per Dino Formaggio a cura di Giuseppe Sandrini, edizioni Alba Pratalia, Verona 2011
In questo libro sono riunite per la prima volta le appassionate lettere che Antonia Pozzi (1912-1938) inviò a Dino Formaggio, suo compagno di studi all'Università di Milano, negli ultimi due anni della sua vita, prima di morire suicida e di diventare, con la pubblicazione postuma di "Parole", una delle poetesse italiane più lette ed amate. A Dino Formaggio (1914-2008), destinato a una lunga e brillante carriera di filosofo dell'arte, Antonia affidò anche quella che considerava la sua più importante eredità: una busta piena di fotografie scattate nei suoi "luoghi dell'anima" (da Pasturo alle Dolomiti, dalla Liguria alle campagne lombarde), dietro alle quali scrisse delle didascalie che specificano impressioni, fantasie, sentimenti. Le lettere, quasi tutte inedite, sono pubblicate nel loro testo integrale e accompagnate da una scelta di 75 fotografie (riprodotte a colori per non perdere, nella stampa, le cromie d'epoca) che bene esprimono l'amore di Antonia per la natura e per le umili figure del lavoro umano: ne esce il ritratto veridico di un giovane donna in bilico tra la "fatica sacra" della poesia e l'urgere di una vita fortemente "sognata".

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