Confesso che mi ha addolorato la scomparsa
del cardinale Carlo Maria Martini: una voce autenticamente
profetica, perché la profezia più che miracolosa preveggenza è lungimiranza
di spirito. Ieri un articolo sul Corriere della Sera ne citava un
intervento al Parlamento Europeo a Strasburgo nel 1997 (15 anni fa!) in
occasione delle celebrazioni del XVI centenario della morte di Sant'Ambrogio
(l'articolo era di Mario Monti, ma la citazione testuale è di tale pregnanza che
avrebbe potuto riportarla tale e quale anche Vendola): «Ritengo si possa dire
che l'Europa si trova di fronte a un bivio importante, forse decisivo, della sua
storia. Da un lato, le si apre la strada di una più stretta integrazione: le
linee per realizzarla sono molte e in gran parte sono incluse nella sua stessa
storia. Dall'altro lato, la strada che può aprirsi è anche quella di un arresto
del processo di unificazione o di una sua riduzione solo ad alcuni aspetti non
pienamente rispettosi dei valori su cui deve fondarsi una vera Unione [...] La
scelta, dunque, sembra essere tra un'unità più stretta capace di coinvolgere un
maggior numero di popoli e nazioni e una battuta d'arresto che potrebbe portare
alla disgregazione dell'edificio europeo o alla identificazione di tale edificio
con una sola parte del Continente». Trovo queste parole di sorprendente
attualità.
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